Aquila crysaëtus
Aquila reale
Aquila crysaëtus
L’aquila reale, uno dei rapaci simbolo dell’avifauna alpina, è presente e stanziale nel territorio del Parco con due coppie nidificanti.

Distribuzione e habitat
L'aquila reale, uno dei rapaci simbolo dell'avifauna alpina, è presente e residente nel territorio del Parco con due coppie nidificanti che occupano rispettivamente le valli Pesio e Tanaro.
L'aquila ha infatti bisogno di ampi territori (50-60 kmq nelle zone più favorevoli, fino a 100-120 kmq in quelle meno adatte), tra i 700 e i 2400 metri s.l.m., che devono comprendere zone a bassa quota con pareti rocciose dove poter nidificare e prati alpini dove poter cacciare, al di sopra del limite degli alberi. In generale, le zone a quote più elevate sono utilizzate in estate, mentre in inverno gli ambienti frequentati sono a quote più basse.
Aspetto
Facile da riconoscere per le sue grandi dimensioni (può raggiungere un’apertura alare di ca. 220 cm), presenta un forte dimorfismo sessuale, con la femmina sensibilmente più grande del maschio. Il piumaggio è invece uguale fra maschi e femmine, ma si differenzia di molto tra esemplari adulti e giovani: l’adulto, uniformemente di color bruno, ha il capo e la nuca fulvi dorati, mentre i giovani e gli immaturi appaiono più scuri ed evidenziano zone bianche sulla coda e sulle ali che si riducono fino a scomparire all’età di quattro anni. Il becco è di colore grigio-bluastro e la cera (la struttura grassa all’attaccatura del becco, dove si aprono le narici) gialla.
Alimentazione
L’aquila reale caccia sorvolando lentamente le pendici delle montagne e sfruttando le irregolarità del terreno; le prede sono catturate con una breve picchiata sia a terra sia in volo. Si nutre di mammiferi (la marmotta è la sua preda preferita), ma anche di uccelli (pernice bianca e gallo forcello). In periodi di carenza di prede vive, in genere durante l’inverno, l’aquila si accontenta anche di carcasse, per le quali può competere con il gipeto e con la volpe.
Riproduzione
L’aquila è monogama. A partire dall’inverno rinsalda i legami di coppia con le parate nuziali. Durante questo periodo gli adulti non tollerano la presenza dei giovani (un po’ di privacy, perbacco!), che vengono scacciati con manifestazioni aggressive. La deposizione delle uova (una o due) avviene una volta l’anno, da metà marzo a fine maggio. I genitori allevano un solo piccolo (raramente due), che prende il volo tra l’inizio di luglio e la fine di agosto.
Lo sapevi che...
La coppia monitorata in modo costante per più tempo è quella dell'alta Val Pesio. Anni di osservazioni (dal 1986) hanno rivelato la presenza regolare di aquile e il ritrovamento di otto nidi, alcuni dei quali si trovano all'interno di piccole grotte. È stata rilevata una regolare rotazione nell'uso degli otto nidi conosciuti. Per la coppia dell'alta Valle del Tanaro abbiamo dati certi dal 1993, anno in cui è stata accertata la presenza di una giovane femmina di circa tre anni con il maschio adulto. Questa coppia, che ha una decina di nidi, ne ha uno particolare costruito su un pino silvestre che cresce su una parete rocciosa, cosa piuttosto rara in quanto completamente esposto alle intemperie.
Storie, miti e leggende
L'aquila reale riveste un ruolo molto importante nella storia della simbologia europea. Per i greci era un simbolo di Zeus e gli antichi romani la scegliessero l'hanno scelta come simbolo, ripreso da tutti coloro i quali per un qualche motivo hanno voluto rifarsi alla grandezza dell'antica Roma imperiale: da Napoleone a Hitler. Più pacificamente, l'aquila è anche simbolo del Club Alpino Italiano.